SENZA GIUDIZIO -Considerazioni-

Entrare nelle case delle persone, farsi aprire armadi, pensili della cucina, cassetti della scrivania; trovare disordine e disorganizzazione e percepire il disagio per quelle condizioni. Il lavoro di un P.O. tocca sfere molto intime, perché scoperchia situazioni più o meno delicate, che molto spesso sono il tallone d’Achille per la persona che ha chiamato.

Richiedere il nostro intervento è prendere coscienza di una situazione che porta con sé disagio, malumori e, a volte, anche sofferenza. È un processo interiore molto delicato e lungo, scaturito il più delle volte dal bisogno di un cambiamento verso sé stessi o verso l’ambiente che si ha attorno. Per questo motivo è importante che sia il cliente stesso a domandare di noi e non una terza persona: bisogna sentire che si è pronti a tutto questo.

Il primo impatto, appena varcata la soglia di casa è fondamentale: come noi non sappiamo chi ci troveremo davanti, così il cliente non saprà a chi e cosa andrà incontro. Io sorrido sempre, un po’ perché fa parte del mio essere, un po’ come gesto di accoglimento. Talvolta si percepisce agitazione, altre imbarazzo, altre disagio ed è esattamente qui che è indispensabile far capire che non si è lì per dare giudizi, ma per dare un aiuto.

È nella natura umana cercare di farsi vedere al massimo, perciò mostrare un lato che non è dei migliori rende le persone vulnerabili. Al primo colpo non si può avere la pretesa di capire perché quella casa sembra andata a rotoli, perché quell’armadio ha così tante cose al suo interno che pare sul punto di esplodere o perché i documenti conservati risalgano a 30 anni prima: dentro ogni casa e dietro ad ogni situazione ci sono molteplici dinamiche. Ecco perché, prima di tutto, io chiedo di sedermi e di poter bere un caffè o un bicchiere d’acqua: cerco di entrare in sintonia con la persona che ho di fronte, lasciando che si sciolga quel nodo che rappresenta l’essere due estranei.

La base di qualsiasi rapporto è la fiducia, che va conquistata passo dopo passo; ascoltare, prima di tutto, per cercare di capire esigenze e difficoltà, valutare insieme soluzioni confrontandosi sinceramente, senza lasciare dei sospesi.
Prima di iniziare qualsiasi intervento è importante far passare qualche giorno, di modo che che il primo incontro e le cose che sono state dette vengano metabolizzate.

Essere richiamati e avere l’incarico è il segno di fiducia che viene accordato.
Da qui in avanti si opererà in tandem: il P.O agirà seguendo tempistiche ben precise, rallentando quando le emozioni sono troppe e si ha bisogno di un momento di respiro, accelerando quando le cose si fanno più semplici e la mano sarà perciò più decisa. A sua volta il cliente seguirà passo a passo, iniziando ad approcciarsi al decluttering, alla sistemazione, fino a sentirsi più autonomo e sicuro delle proprie capacità.

Per ogni persona ci sono tempi e modalità diverse per risolvere il problema della disorganizzazione.
Per ogni problema di disorganizzazione c’è un professionista pronto ad aiutare.
Noi ci siamo, in tutta Italia.

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Marika Menarello
info@casapoetica.it

Sono una professional organizer e insieme rendiamo la tua casa libera dal superfluo.

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