DI CHE METODO SEI?

Il metodo più famoso è il Konmari, poi c’è il FlyLady, poi quello minimalista e poi ancora altri. Una delle cose che più mi viene chiesta è quale metodo utilizzo nelle case per riorganizzare.

Sarà perché le etichette (non quelle sulle scatole, eh!) mi hanno sempre infastidito, sarà perché credo che l’organizzazione sia un ambito che richiede tanta varietà che relegarla ad azioni predefinite da un metodo specifico sia troppo restrittivo, fatto sta che non so catalogare il mio lavoro. Buffo, vero?

Siamo tutte così diverse per gusti, esigenze, stile di vita e spazi abitativi che è semplicemente impensabile adottare la stessa soluzione per tutti.

L’unico gesto che non cambio mai è quello che faccio quando incontro una cliente per la prima volta: bere un caffè e ascoltare tutto quello che ha da raccontarmi.

In una semplice tazzina di caffè è racchiuso il mio desiderio di conoscerti e di entrare in empatia con te, la tua voglia di andare oltre l’imbarazzo e di chiedermi un supporto.

Per me è normale sentire parlare di caos, di non riuscire a trovare una quadra, di avere una casa in cui sembra scoppiata una bomba, ma so che crea disagio in chi sta dall’altra parte. (Fammi fare un esempio eeeeeeeeeesagerato, ma che rende bene l’idea: è tipo quando vai dal dietologo e devi salire sulla bilancia: tu vorresti sprofondare, invece lui non fa una piega, ma annota ed elabora)

Ora, senza che questo post diventi un’ode al caffè, quello che voglio dire che è più importante capire bene quello che tu vorresti, invece che presentarti un prospetto dettato da soluzioni standardizzate.

Solo dopo aver capito quello di cui hai bisogno, a cosa aspiri, fino a dove sei disposta a metterti in gioco, si può iniziare a pensare al “metodo giusto per te”.

Mi ricordo quando io e l’allora ancora mio fidanzato siamo andati a cercare la cucina per casa nostra. Che incubo!!

Avevamo le idee chiarissime sullo stile, ma non essendo del mestiere, non sapevamo assolutamente come si realizzasse il progetto.

Nel primo mobilificio ci hanno direttamente indirizzato al loro outlet perché, vedendoci giovani, avevano dato per scontato che non potessimo spendere più di tanto.

Nel secondo, dopo pochissime iniziali domande, sono partiti a disegnare il progetto, riempiendo oltremodo l’ambiente e non ascoltando minimante le nostre obiezioni.

Sai dove abbiamo comprato la cucina?

Nel terzo mobilificio, dove una signora gentilissima ci ha fatto accomodare, ci ha offerto un caffè ( pure lei con ‘sto caffè?! 😊 ) e siamo stati diverso tempo. Ci sono state fatte un sacco di domande riguardo gusti, stile di vita, budget, spazi; ha disegnato la bozza davanti a noi e ad ogni passo ci ha fatto vedere e toccare ogni materiale, ci ha sconsigliato alcune soluzioni motivando in maniera esaustiva e proponendoci alternative più funzionali e adatte ai nostri bisogni. Ci ha ascoltato e, laddove pensava di non avere abbastanza riferimenti, ci ha posto ulteriori domande per capire. Ha conquistato la nostra fiducia, perché ha messo NOI al centro del progetto, non i mobili che doveva vendere.

Quindi, quello che voglio dire, è che il metodo viene costruito insieme, abbinando professionalità, strumenti e tecniche che si modellano sulla tua persona e suoi tuoi bisogni.

Le persone sono straordinarie perché ricche di 1000 sfaccettature: credi che un unico e specifico metodo sia sufficiente?! 😉

Marika Menarello
info@casapoetica.it

Sono una professional organizer e insieme rendiamo la tua casa libera dal superfluo.

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