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Cosa fa una Professional Organizer: il mio viaggio

Ma, di preciso, cosa fa una Professional Organizer?

Se vuoi ti do una risposta standard, tipo “é una professionista che ti aiuta a gestire le cose negli spazi”, ma da tanto tempo so che è molto di più.

Oggi vorrei andare oltre e raccontarti che cosa significa per me, del modo in cui vivo il mio lavoro e, senza nasconderle, anche delle critiche che mi sono state mosse; ti racconto il mio viaggio come Professional Organizer, tra salite discese, tornanti e qualche rettilineo.

Inizierei parlandoti della paura.

Il viaggio e la paura

Ho avuto paura negli ultimi periodi, una paura che mi ha bloccata e, paralizzata nei miei dubbi, sono andata avanti nella mia quotidianità, nel mio lavoro, ma con un peso sul cuore.

Paura di essere troppo fuori rotta, paura di essere troppo fuori tempo, paura di non essere in grado di comunicare correttamente la mia visione.

Tendenzialmente sono una testa dura, ascolto ma se sono convinta di essere nel “giusto”, nemmeno un Panzer mi smuove dalle mie scelte.

Ho avuto paura delle mie decisioni. No, diciamola tutta: mi hanno instillato così tanti dubbi che ho finito per aver paura di aver sbagliato ogni cosa.

“Sei troppo poco tecnica quando parli del tuo lavoro”

“Racconti troppo poco come fai a fare le cose”

“Devi essere più così e meno così”

“Aggiungi questo e togli quello”

“Compra follower” (con questa ho riso 78 minuti di fila)

“Parli troppo di emozioni”.

Un martello pneumatico e, seppure siano stati consigli non richiesti, è stato frustrante percepire disappunto.

Ho avuto paura, allora.

Paura di aver investito cinque anni della mia vita a fare qualcosa che non viene capito.

Non ho trovato la modalità giusta per comunicarti quello che faccio, evidentemente.

Ho vacillato.

Ho messo in discussione le mie scelte.

Sono andata a ritroso nel tempo per analizzare i fatti e l’evoluzione naturale delle cose.

Ho ripensato a quando tutto questo è iniziato, ai primi lavori, alla voglia di aiutare le persone a vivere con più leggerezza e consapevolezza, lasciando andare certe zavorre fisiche e mentali, proprio come avevo sperimentato su me stessa; le prime volte in cui ho parlato in pubblico, i primi corsi, l’emozione mai nascosta. Certi abbracci, certi messaggi.

Una Professional Organizer ti accompagna in un percorso profondo che, attraverso gli spazi e gli oggetti, ti porta a volerti più bene e a non accontentarti.

Meriti il bello, lo dico e lo dirò fino a quando avrò fiato.

Tutto questo mio profondo credo non lo so esprimere in altro modo che nell’emozione, nella considerazione maturata dall’approccio autentico con le persone e che esula da qualcosa di tecnico o meccanico o social.

Riordinare un armadio è ben altro che usare la gruccia giusta, liberare una cantina da vecchi scatoloni è ben altro che fare spazio: è essere disposti a cambiare per andare incontro a qualcosa che valorizzi te stessa, la tua vita e le tue cose.

È una sensazione, non una bella immagine.

Allora riemerge la verità, il perché ho scelto di fare questo lavoro, il mio perché, che è più forte di qualsiasi paura e di qualsiasi critica.

Ecco, allora, che il mio credo torna a fare la voce grossa e a ripetermi che, finché ci saranno autenticità e coerenza non dovrò aver paura.

Ho imparato sulla mia pelle che la paura è un sentimento potente, ma solo se ti fai sovrastare ti diventa nemica, se l’ascolti, se l’affronti avendo il coraggio di dire la tua, riesce a darti quella scossa necessaria per tornare in carreggiata e, da lì, puoi continuare il tuo viaggio.

Permettimi di darti un consiglio da vecchia zia: analizza il tuo cammino con spirito critico, senza pensare solo alle cose negative che hai fatto perché spesso sono molto di più quelle positive, raddrizza la rotta qualora tu stessi facendo curve inutili che servono solo a rallentare, ungi gli ingranaggi , se senti di faticare un po’ e prosegui sul tuo binario.

Non importa se arriverai prima o dopo, non è una gara; stai facendo il tuo viaggio con il tuo bagaglio.

C’è chi sceglierà di andare da un’altra parte, ma avrai compagni che, invece, non vedranno l’ora di sedersi al tuo fianco, perché hanno voglia di stare con te, perché sentono che sei la persona perfetta per loro, perché parlate con lo stesso linguaggio.

Non si può piacere a tutti, è innaturale.

Tieni solo quello che ti fa stare bene. Meriti il bello.

Tenere solo quello che ti fa stare bene, la prima regola del decluttering.

Se volessi approfondire il tema, puoi iscriverti al mio prossimo corso.

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Marika Menarello
info@casapoetica.it

Sono una professional organizer e insieme rendiamo la tua casa libera dal superfluo.

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