04 Giu LUCIA ANNIBALI -La storia del mese-
Qualche giorno fa c’è stata la giornata contro la violenza, che si unisce a quella contro l’omofobia e a quella contro il razzismo ed io, in un momento di riflessione, mi sono chiesta perché, se davvero siamo così civili ed evoluti come crediamo di essere, abbiamo bisogno di indire questo tipo di iniziative.
La sensibilizzazione all’argomento e gli strumenti di comunicazione sicuramente aiutano a far venire a galla il problema ed ora c’è un po’ meno omertà a parlarne e a denunciare, ma è sempre troppo poco.
Il tema della violenza, della discriminazione e del bullismo mi sta molto a cuore ed è a questo che dedicherò i post del mese di giugno, anche se sembra un argomento distante anni luce da quello che di solito viene trattato qui.
Alla base di tutto c’è il concetto imprescindibile dell’imparare a volersi bene, che parte sempre e solo da noi.
Di questo ha parlato qualche giorno fa, in un liceo vicino a casa mia, Lucia Annibali, venuta per incontrare e i ragazzi e confrontarsi con loro.
(Brevemente, per chi non sapesse chi sia: l’avvocato Lucia Annibali venne trasfigurata sul volto e sulle mani con dell’acido, nell’aprile del 2013; il mandante fu il suo ex fidanzato, arrestato e condannato a 20 anni di carcere. Dopo 17 operazioni, che non sono ancora finite, ed una forza interiore che nemmeno lei sapeva di avere, oggi la Annibali è entrata in politica e si occupa di pari opportunità).
Ha parlato di violenza di genere, di libertà, di forza e di potere della parola, ha raccontato in maniera semplice e ironica di sé, della sua vicenda e della sua nuova vita, così lontana da quella antecedente al 2013. E poi, ancora, il suo impegno per le donne e contro qualsiasi forma di discriminazione e violenza, che sia fisica che psicologica, decisamente più subdola e pericolosa. Una scelta, ha spiegato, nata dal desiderio profondo di solidarietà verso altre vittime.
Il desiderio, io lo chiamerei il diritto, di tornare a una vita il più normale possibile, la forza e l’estrema intelligenza di riuscire a trasformare un evento così tragico nell’opportunità di fare qualcosa di importante per sé e per gli altri, senza farsi paralizzare dalla paura.
Oltre all’aver conosciuto una persona così straordinaria, ho portato a casa una sua riflessione che ha consolidato un concetto già mio e che cerco sempre di condividere: bisogna incanalare tutta l’energia verso se stessi, per stare bene e per trovare la forza per affrontare le cose.
“ERO TROPPO IMPEGNATA A GUARIRE, PER TORNARE AL PIU’ PRESTO ALLA MIA VITA E ALLA MIA QUOTIDIANITA’; TUTTE LE MIE ENERGIE LE METTEVO IN QUELLO, NON A PENSARE A VENDETTE O ALL’ODIO” (…e qui mi è scappata una lacrima)
Credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro.
Se voleste sapere di più sulla storia di Lucia Annibali, vi consiglio di leggere il libro che ha scritto con Giusi Fasano, intitolato “Io ci sono”, da cui è poi stato tratto anche l’omonimo film, interpretato da Cristiana Capotondi.
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