02 Apr STORIA DI M, DI FIGLI E DI TROPPI GIOCATTOLI -La storia del mese-
Ho deciso di dedicare il mese di aprile al tema BAMBINI, con annesse tutte quelle piccole o grandi questioni spinose che riguardano l’organizzazione dei loro spazi e ovviamente partirò raccontando la storia di un mio intervento.
Quando ho incontrato M la prima volta, ormai quasi un anno fa, mi sono trovata davanti una donna stanca e affaticata, impegnata a fare lo slalom tra un lavoro decisamente impegnativo e di responsabilità, i genitori anziani, un marito e 3 figli, due pre-adolescenti ed uno in età da scuola materna.
Ha chiesto il mio intervento perché aveva bisogno di ritrovare armonia tra gli spazi di casa sua, che per tutta una serie di motivi, era caduta in uno stato di anarchia totale. Parlando, facendomi raccontare la sua settimana tipo, i suoi desideri e le sue perplessità, più volte ha manifestato la sua sofferenza per avermi accolto nella casa che versava in quello stato.
Diciamocelo, il disordine è una cosa che provoca disagio, soprattutto quando ci si trova a condividerlo con altre persone, ma è altrettanto vero che ci sono le risorse per uscire da questa impasse, unendo una buona dose di volontà, metodo e, perché no, professionisti del settore.
La prima cosa da fare, sempre, è quella di andare oltre i sensi di colpa, perdonarsi (sì, avete letto bene), mettere un fermo e da lì ripartire. Cerco sempre di fare capire che a me non importa cosa sia successo, ma mi interessa aiutare a superare la situazione, fornendo tutti gli strumenti a mia disposizione per risolverla (leggi il mio post “Senza giudizio” )
L’angolo di casa che a M dava più fastidio era quello dei ragazzi, ossia la zona che comprendeva camerette e spazio giochi, ormai privi di qualsiasi linea di demarcazione.
Io e lei abbiamo pensato da subito di eliminare i giochi ormai sorpassati sia per interesse che perché rotti: via ai peluche che perdono imbottitura, macchinine troppo rotte, carillon e ninnoli per neonati; la stessa cosa è stata fatta coi libri (l’asilo nido è stato così contento di riceverli!!). Nel marasma sono comparsi giochi ancora nella confezione intatta, alcuni addirittura doppi: hanno fatto felici altri bambini, quando sono stati regalati. Insieme abbiamo pensato ai Lego, croce e delizia di ogni famiglia (chi ha figli sa bene cosa si provi a calpestarli!!), che sono stai raggruppati in una grande scatola (via le confezioni!) mentre, per tutti gli altri giochi, ci siamo fatti aiutare dai bimbi.
No, non è semplice e sì, il mal di testa è inevitabile, ma è un grande esercizio per far comprendere ai bambini che ciò che è importante – e i giochi lo sono- va trattato bene e, ai genitori, che averne così tanti non è buona cosa.
Seduta in terra con loro, ho spiegato che ognuno avrebbe dovuto scegliere i giocattoli più importanti, quelli coi quali giocano di più e metterli da parte. All’inizio tutto sembrava indispensabile, ma quando ho sottolineato che i giochi avrebbero dovuto stare in una zona ben definita e che tutti non ci sarebbero mai stati, hanno iniziato a selezionare.
La cosa che è subito balzata all’occhio è stata la netta differenza di gusto fra i tre fratelli: il piccolo si è concentrato su macchinine e attrezzi da lavoro, il secondo su supereroi e affini, mentre il grande ha faticato a trovare qualcosa che davvero lo interessasse. Tanti giochi sono rimasti sul pavimento e, a parte qualche caso, nessuno li ha voluti inserire tra quelli già scelti.
Di tutto questo pomeriggio intenso, sul quale la madre nutriva forti dubbi, sono emersi 2 dati importanti: il primo è che anche i più piccoli sanno fare delle scelte, il secondo è che ogni bambino ha gusti ben precisi e che, molto spesso, sono diversi da quelli dei fratelli o di mamma e papà.
A fine giornata ogni bimbo ha trovato dei propri contenitori, di colori diversi per ogni fratello, dei quali si è assunto ogni responsabilità. Lo spazio utile per giocare, inteso proprio come superficie, era notevolmente cresciuto… la gioia è stata tanta per tutti, ma forse un po’ di più per mamma M.
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