decluttering e senso di colpa - Casa Poetica

Decluttering e senso di colpa: come fare?

Perché credi che decluttering e senso di colpa siano i due lati di un’enorme montagna da scalare?

La settimana scorsa questo tema ha riscosso davvero tantissimo interesse, così ho deciso di proseguire col discorso, analizzando e riflettendo insieme a te altri comportamenti che possono far sorgere dubbi e perplessità.

Un giorno tornerò a usarlo

Questa è l’affermazione più usata e la convinzione più radicata con cui bisogna confrontarsi (o scontrarsi?!) ogni volta.

Il servizio di piatti che giace nella credenza dal 2003, te lo ricordi? Era quello che avevi acquistato in quel mercatino, quando avevi la passione per tutto ciò che era etnico. Certo, ora la tua casa è tutta in stile industrial, ma non si può mai sapere…

E che dire di quei jeans, quelli comperati con la tua amica, nel 2006, prima di partire per quella vacanza fuori di testa a Ibiza? Certo, ora non ti vanno più bene, la vita bassa non la tolleri più e, per dirla tutta, hai proprio smesso di utilizzare i jeans, ma sempre meglio tenerli nell’armadio…

Partiamo dal presupposto che nessuno ti obbliga a fare decluttering perciò, se sei convinta che tutto quello che possiedi sarà sempre utile, anche se da anni non lo utilizzi, va benissimo che tu lo tenga.

Se, invece, vuoi trovare delle risposte ai tuoi dubbi su decluttering e senso di colpa, come dimostra il fatto che stai leggendo queste cose, ti consiglio di continuare con la lettura e di seguire il ragionamento.

Decluttering e senso di colpa non devono coesistere

Ormai lo hanno detto in tanti: se una cosa non la usi da due anni è dimostrato che non la userai più e perciò puoi tranquillamente eliminarla.

Certo, così sembra facile, ma non credo basti a placare i dubbi.

Mi piace approfondire il concetto, andando un po’ più in là rispetto all’azione meccanica, perché di meccanico c’è ben poco in un decluttering fatto con cognizione di causa.

Il servizio di piatti, il paio di jeans, riflettono un aspetto del tuo essere che è passato, gusti superati, stile di vita che non ti appartiene più.

Siamo esseri umani in continua evoluzione, il cambiamento fa parte del ciclo naturale della vita.

Si va avanti, con il pensiero, con le azioni, con il fisico. Non devi rinnegare ciò che è stato, ti ha fatto diventare ciò che sei ora, ma è giusto prendere coscienza che il tuo essere di adesso è diverso da quello che era prima.

È giusto valorizzare la tua IO attuale, senza ancorarti a qualcosa che è stato e che ora stride col presente.

C’è una parola che amo molto e che credo sia perfetta quando si parla di decluttering: coerenza.

Quello che possiedi deve rispecchiarti e raccontare di te: Tu, che ami lo stile industrial e preferisci gli abiti ai jeans.

Tu che cerchi le risposte per alleggerire la tua casa, perché si che è troppo piena di cose che non adoperi da anni.

È uno spreco?

Fammi aggiungere una cosa: il vero spreco non è eliminare il superfluo, ma ostinarsi a conservare oggetti ancora in buono stato senza usufruirne.

Puoi rivenderli, regalarli a chi ne ha bisogno e/o sarebbe ben felice di farne buon uso.

Circondati di ciò che ti fa stare bene, che ti piace e che racconta chi sei.

Se pensi di avere bisogno di un aiuto, sono felice di darti una mano.

Cliccando sul bottone rosa qui sotto, invece, trovi la prima parte di queste considerazioni sul decluttering e i sensi di colpa, così puoi approfondire

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Marika Menarello
info@casapoetica.it

Sono una professional organizer e insieme rendiamo la tua casa libera dal superfluo.

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